Come si diventa bibliotecari
Il bibliotecario è il lavoro più bello del mondo?
In molti lo pensano.
Altri, invece, non sanno bene di cosa si tratti davvero.
Se anche tu hai questo sogno nel cassetto, vediamo insieme come si diventa bibliotecari — intendendo per bibliotecario la figura professionale che opera all’interno di una biblioteca, offrendo servizi qualificati.
Le strade per diventare bibliotecario
Innanzitutto, è importante sapere che esistono diverse modalità di accesso alla professione, così come vari ruoli che si possono ricoprire, a seconda delle competenze e delle attitudini personali.
Come si lavora in biblioteca?
Si può lavorare in biblioteca tramite:
- Impiegato pubblico, quindi come dipendente:
- comunale
- regionale
- universitario
- statale (es. Ministero della Cultura)
- Cooperative o associazioni, che gestiscono servizi bibliotecari per conto di enti pubblici
- Libera professione, più rara e legata soprattutto a lavori specialistici di catalogazione
I diversi ruoli del bibliotecario
Non tutti i bibliotecari fanno la stessa cosa.
Tra i possibili ruoli:
- Catalogatore, esperto nell’organizzare e descrivere i materiali
- Addetto al pubblico, con una forte attitudine relazionale
- Responsabile eventi e attività culturali
- Specialista di settore, dedicato a una sezione specifica (es. ragazzi, locale, storia…)
- Organizzatore, con capacità gestionali e progettuali
🔹 Non sempre si ha la possibilità di scegliere il ruolo che si desidera: molto dipende dal bando, dalla struttura e dal tipo di ente.
Competenze richieste
Nella Pubblica Amministrazione, il ruolo ricoperto (e quindi anche le responsabilità) dipende:
- dal livello contrattuale
- e dal tipo di concorso superato
Per questo motivo è fondamentale chiarire fin da subito cosa si vuole fare:
- Dirigere una biblioteca comunale?
- Lavorare nel back office, come catalogatore?
- Essere dipendenti del Ministero della Cultura?
- Oppure preferire la flessibilità di una cooperativa?
Come si diventa bibliotecari, in pratica?
Riassumendo, ecco le principali strade:
- Concorso pubblico, per lavorare in biblioteche comunali, universitarie o statali
- Invio del proprio CV a cooperative o associazioni che gestiscono biblioteche
- Registrazione negli Elenchi nazionali dei professionisti competenti per i beni culturali
- Iscrizione all’AIB (Associazione Italiana Biblioteche), se si ha esperienza e un curriculum adeguato
📌 L’iscrizione all’AIB non è obbligatoria, ma può essere utile per qualificarsi professionalmente e accedere a reti di aggiornamento e formazione.
(Ma questa… è un’altra storia.)
Ti suggerisco il libro del prof. Mauro Guerrini, uno dei padri della biblioteconomia italiana, che prova a spiegare davvero chi è il bibliotecario.
La figura del bibliotecario è, ancora oggi, spesso narrata tramite immagini romantiche o stereotipate: il custode del sapere, il silenzioso ordinatore di libri, il promotore della lettura, l’erudito. Dietro queste visioni limitate e, talvolta, distorte, si cela una professione sconosciuta quanto necessaria. Il volume riprende la domanda più volte posta: chi è il bibliotecario? E cerca di delinearne un profilo ideale con una forte e convinta pulsione per il riconoscimento del valore intellettuale e sociale di questa figura flessibile, duttile e multiforme, che cresce qualitativamente nella misura in cui sa confrontarsi con le novità sostanziali di un contesto sociale, culturale, bibliografico e tecnologico sempre in trasformazione. Il volume intende far emergere una definizione di bibliotecario dalla trama di molteplici tipologie di fonti: saggi in volume e in rivista, documenti ufficiali emanati da associazioni nazionali e internazionali, voci di enciclopedia, manuali, atti di convegno, tesi di laurea e di dottorato ecc. Segue il saggio di Raffaele De Magistris che ricostruisce il lungo cammino istituzionale per il riconoscimento sociale e giuridico della professione, mettendone a fuoco le tappe fondamentali.
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